LA POSTA NEL MEDIO EVO
Fra poste conventuali ed universitarie
Il cursus publicus imperiale si dissolve con la lunga ed inesorabile decadenza dell’Impero Romano.Alarico Re dei Visigoti (395/410), nel suo breviario sono citate le leggi che fanno divieto all’uso di cavalli postali per servizi non ufficiali.Attraverso la dominazione bizantina e le invasioni barbariche, giungiamo ai franchi con il Re Clodoveo I, che ricostituisce il servizio con norme simili al cursus imperiale.
Alarico
Nave bizantina
I longobardi
Re Clodoveo I
Nel vasto dominio di Carlo Magno si mantengono in efficienza la rete di stazioni di posta e la sicurezza delle strade, mediante l’introduzione di dazi e pedaggi. Questo servizio resta ad uso esclusivo dello stato, riservato al collegamento fra il potere centrale e le amministrazioni locali.
Carlo Magno primo Imperatore del Sacro Romano Impero (800/814)
La Chiesa Cattolica, a differenza di altri stati, istituisce solo dei mezzi speciali “cursores” nei ruoli di corrieri ed ambasciatori spostandosi per l’Europa, quasi sempre a piedi, a volte sono monaci a volte pellegrini.
Pellegrini
S. Benedetto
Montecassino
S.Bernardo da Chiaravalle
Basilica di Assisi
Alcuni ordini religiosi, muniti delle necessarie concessioni sovrane, organizzano le “poste conventuali”, sfruttando l’avvicendamento dei monaci tra i vari monasteri d’Europa, i benedettini ne possiedono circa 3600 abbazie e S. Bernardo fonda decine di monasteri.
Questi “parvi nuncii” o “nuncii volantes”, definiti anche “rotulinger” o “rotularius” dal rotolo di pergamena usato per trascrivere, in bella calligrafia i messaggi e le relative risposte, in cambio di un obolo accettano pure corrispondenze private.
Bologna, Ferrara , Padova, Parigi e Vienna città dotate di università
Con il diffondersi della cultura e degli studi, le università per mantenersi in contatto con i vari atenei europei e gli studenti con le proprie famiglie, istituiscono le “poste universitarie”.
Federico II
Università di Napoli
Nel 1224 l’Imperatore Federico II concede all’università di Napoli il diritto di avere propri messaggeri come gli altri atenei.
Michele Perrone